Giovedì 12 gennaio 2023 ore 20,30

Stivalaccio Teatro
Il malato immaginario. L’ultimo viaggio

soggetto originale e regia Marco Zoppello
con (in ordine alfabetico) Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori, Stefano Rota, Marco Zoppello
scenografia di Alberto Nonnato 
costumi di Laura Salvagnin
disegno luci di Paolo Rodighera
maschere di Roberto Maria Macchi
produzione Stivalaccio Teatro / Teatro Stabile del Veneto

BIGLIETTI
intero € 24
ridotto € 22
Accademia Arte & Vita € 14

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oppure presso la nostra biglietteria in Via Maria SS. Guadalupe; dal 25 ottobre: ogni martedì e venerdì dalle 17,30 alle 18,30 (escluso festivi e chiusura natalizia). Oppure nei giorni di programmazione, a partire dai 30 minuti che precedono l’inizio di ogni spettacolo.

Non si accettano prenotazioni telefoniche.

«Così come per i loro illustri predecessori, tutto si gioca negli scarti tra i momenti della storia e quelli della messa in scena, tessuti su una trama calibratissima di gestualità e mimica, sulla davvero formidabile presenza degli interpreti e con una sapiente interazione con il pubblico. Ed è davvero sorprendente il livello raggiunto.»
Antonio Audino, Il Sole 24Ore

Dopo la pausa natalizia, In Tournée, la Stagione di Prosa del Teatro delle Ali, riprende la sua programmazione con l’arrivo (o meglio, il ritorno, sempre gradito) della compagine di Stivalaccio Teatro, che giovedì 12 gennaio alle 20.30 tornerà a Breno con Il malato immaginario. L’ultimo viaggio.

Dopo essere sopravvissuti all’inquisizione Veneziana grazie a Don Chisciotte e ritornati alle antiche glorie per merito di Romeo e Giulietta, per la Compagnia dello Stivale, ora composta da Giulio Pasquati, Girolamo Salimbeni e Veronica Franco, è arrivato il momento dell’ultimo viaggio. Il loro lungo peregrinare li ha portati a Parigi, infine, al Teatro Palais Royal sotto la direzione, nientemeno, che di Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière.
17 febbraio 1673. La quarta recita de Il malato immaginario è a rischio, tra i lavoratori del Palais Royal si parla di annullare lo spettacolo, il Maestro non è dell’umore per andare in scena. Ma la Compagnia dello Stivale non ci sta, ed irrompe nel teatro pronta a reclamare la paga giornaliera, spinta dallo spettro della fame, sempre dietro l’angolo. L’insistenza dei tre commedianti è inarrestabile: lo spettacolo deve continuare!

È una recita particolare, quella che si rappresenta al Palais Royal quella sera: tra i lazzi, le improvvisazioni e le maschere grottesche dei Commedianti le ombre si allungano sui fondali dipinti, i bagliori delle candele si affievoliscono rischiando di spegnersi al primo soffiare del vento.

Il Malato immaginario è una farsa perfetta. Molière, da veterano della risata, costruisce nell’ultima sua opera una macchina teatrale inattaccabile, tratteggiando personaggi classici e moderni allo stesso tempo. Egli mette in scena la forza e vitalità dell’amore giovanile contrapposta con la più grande paura dell’umano: il passare del tempo.

Un ultimo viaggio, ancora una volta, tra la polvere del palcoscenico, le corde, i tiri e i contrappesi. Un inno alla vita, alla risata e alla bellezza, cantato dai saltimbanchi, condito di una farsa feroce, intrisa di amore per il pubblico. I testi diventano, nuovamente, pre-testi, condizioni di partenza per spiccare il salto nell’universo molieriano, giocandoci, improvvisandolo, cantandolo, mimandolo nel gioco più totale del teatro, che deve essere vivo, estemporaneo e tangibile quanto la Commedia, specchio incrinato dell’umano.

Rosario Lisma

Stivalaccio Teatro si occupa di teatro popolare, commedia dell’arte, teatro ragazzi e arte di strada.
Si dedica alla diffusione del teatro attraverso la produzione di spettacoli, la formazione e l’organizzazione di festival e rassegne.

“Crediamo nello stupore, nell’artigianato, negli oggetti che si trasformano, nella parola che diventa corpo e nel corpo che parla. Evviva il riso, quello sano che evoca e abbatte i muri e ci permette di essere un poco naif. Un teatro popolare e popolato di persone, di idee, di luci, di sguardi e di storie da raccontare”.

 VIVA IL TEATRO, VIVA LA COMMEDIA!