Mercoledì 6 aprile 2022 ore 20,30

Tindaro Granata
Antropolaroid

di e con Tindaro Granata
scene e costumi Margherita Baldoni, Guido Buganza
rielaborazioni musicali Daniele D’angelo
suoni e luci Matteo Crespi

BIGLIETTI
intero € 18
ridotto € 15

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oppure presso la nostra biglietteria in Via Maria SS. Guadalupe 5 a Breno, ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 17,30 alle 18,30 (escluso festivi e periodo dal 18 dicembre 2021 al 10 gennaio 2022 compresi e dal 9 al 18 aprile 2022 compresi).

Non si accettano prenotazioni telefoniche.

EVENTO SPECIALE!
Lo spettacolo di Tindaro Granata sarà preceduto da un “piccolo Antropolaroid” a cura del giovane allievo dell’attore siciliano, Gabriele Brunelli, che porterà al Teatro delle Ali il monologo Ironia della sorte.
Uno splendido e inatteso regalo! ❤

L’ultimo appuntamento con la Prosa nella Stagione di In Tournée del Teatro delle Ali è per mercoledì 6 aprile alle 20.30 sul palco del Cinema Teatro Giardino con il ritorno del caro Tindaro Granata in scena da solo con Antropolaroid, uno spettacolo di cui firma anche la regia e che ha vinto il Premio ANCT Associazione nazionale critici teatrali italiani 2011 e il Premio FERSEN 2012 Attore Creativo, ilPremio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli” e il Premio “Mariangela Melato” – Prima Edizione – Attore Emergente.

Antropolaroid è la fotografia di una famiglia siciliana, una polaroid umana che si snoda attraverso la voce e il corpo di Tindaro Granata.
Le storie tramandate inconsapevolmente dai nonni, diventano lo spunto originalissimo e poetico per un racconto popolare in cui una famiglia, la storia di un paese, le sue tradizioni e le sue paure, sono i protagonisti.
Voci antiche e memorie sonore della terra d’origine; così i personaggi prendono vita senza artifici scenografici, si alternano, si sommano, si rispondono, perpetuando un’eredità misteriosa tramandata da padre in figlio, che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte.

Con questa pillola di approfondimento Daniele Pellizzari ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta dello spettacolo…

Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.

Definire Antropolaroid non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria. Antropolaroid, spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi. Straordinario Tindaro Granata da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema … Perché dentro questo spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale, ci sono , rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente. Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per la concretezza e l’universalità della narrazione, il ritmo avvolgente. Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti . La novità di uno spettacolo come Antropolaroid sta nell’utilizzo di una tecnica, antica, come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia.

NOTA

Rosario Lisma

TINDARO GRANATA nasce a Tindari (ME) alla fine della seconda metà del 900.
Si diploma come “Geometra” e appena ventenne si imbarca su Nave Spica, in qualità di Meccanico Artigliere.
Trascorre un anno in mare, traversando il canale di Sicilia, occupandosi della gestione e manutenzione delle armi di difesa della nave militare.
Dopo lo sbarco, Tindaro, si trasferisce a Roma per fare l’attore; nella capitale, lavora come commesso, in diversi negozi di scarpe; poi in trattorie e ristoranti, come cameriere.
Artisticamente non ha una formazione accademica, frequenta corsi di recitazione ma il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo “Pulcinella”. Tindaro si presenta al provino con Ranieri teatralizzando la canzone “U pisci spada” di Domenico Modugno.
A seguito di un grave incidente al ginocchio, sospende la sua attività di attore per due anni.
Ricomincia il mestiere dell’attore con fatica, ma lavorando con molti professionisti che lo hanno aiutato a migliorarsi e a crescere. Abbandona Roma per mancanza di lavoro ed emigra, per la seconda volta, trasferendosi a Milano.
Con Carmelo Rifici, inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare in diversi spettacoli a partire da “Il nemico” e ”La testa del profeta”, per il festival di San Miniato; in “Il gatto con gli stivali” e “Giulio Cesare”, al Piccolo Teatro di Milano; in “Fedra” di Euripide per il festival del Dramma Antico; per lo Stabile di Bolzano nel cast de “La rosa bianca” e “Sanguinre Inciostro”; infine nella Proxima Res, associazione di cui fa parte, viene diretto in “Buio” e in “Chi resta”.
Debutta in qualità di drammaturgo/regista/attore con “Antropolaroid”, spettacolo sulla storia della sua famiglia; dopo questo felice esordio mette in scena “Invidiatemi come io ho invidiato voi”.
Nel 2014 è diretto da Serena Sinigaglia nella messa in scena de “Il libro del buio”, spettacolo tratto dal romanzo di Tahar Ben Jelluon.